Open source

Forse qualcuno di voi si sarà chiesto come mai compaia la parola “Open Source” nel titolo del mio Blog. Molti di voi forse non ci avranno neanche fatto caso. Forse tutti lo sapete già.

Ma c’è qualcuno che si è incuriosito di come mai quel coglione del Vici lo abbia fatto? E magari abbia spippolettato un pochino per cercare di capire o abbia visitato il link di Ubuntu ?

Su wikipedia cercando la parola open source si legge che:

In informatica, open source (termine inglese che significa sorgente aperto) indica un software i cui autori (più precisamente i detentori dei diritti) ne permettono, anzi ne favoriscono il libero studio e l’apportazione di modifiche da parte di altri programmatori indipendenti. Questo è realizzato mediante l’applicazione di apposite licenze d’uso.

La collaborazione di più parti (in genere libera e spontanea) permette al prodotto finale di raggiungere una complessità maggiore di quanto potrebbe ottenere un singolo gruppo di lavoro. L’open source ha tratto grande beneficio da Internet, perché esso permette a programmatori geograficamente distanti di coordinarsi e lavorare allo stesso progetto”

A volte invece di parlare di open source si parla di Software libero e copyleft (gioco di parole con copyright…intendi?) che in sintesi è espresso dalle 4 libertà:

  • Libertà di utilizzare il programma per qualsiasi scopo
  • Libertà di studiare il programma e modificarlo
  • Libertà di copiare il programma in modo da aiutare il prossimo
  • Libertà di migliorare il programma e di distribuirne pubblicamente i miglioramenti, in modo tale che tutta la comunità ne tragga beneficio

Ma vi chiederete cosa c’entra tutta questa sbobba informatica con il Vici?

Vi ricordate il WTO, lo scontro per i diritti di proprietà intellettuali ed il tentativo da parte di alcune multinazionali di brevettare forme di vita “scoperte” da loro in Amazzonia?

E adesso vi chiederete  che c’ entra il WTO con la fotografia con il Vici e con lo sci.

Niente, anzi tutto.

Provate a pensare a cosa potrebbe succedere se il sapere collettivo fosse messo a disposizione dell’umanità per una crescita globale e non per il profitto dei singoli?

Adesso con un piccolo passaggio di logica sostituiamo alla parola “programma” delle 4 libertà un qualsiasi concetto.

Adesso capite perché anche la fotografia o lo sci possono essere open source?

E perchè anche le ricette dell’Ema o le finestre del Giaconi non possono esserlo?

Portando avanti il ragionamento con una piccola estrapolazione, penso che siamo noi che dobbiamo cambiare mentalità e diventare open source.

Tutti i cambiamenti delle nostre abitudini volti ad abbattere gli schemi mentali prestabiliti o modificare i condizionamenti sociali, implicano uno sforzo: la buona notizia è che il nostro cervello è fatto apposta per pensare in modo libero.

Per chi avesse voglia di approfondire la cosa, può andare su wikipediea e digitare  “La cattedrale e il bazaar”, oppure vedere cosa significa GNU.

Andiamo adesso sul concreto.

A causa di una efficace opera di marketing planetario, fino ad ora abbiamo creduto che l’unico sistema operativo fosse Windows, che l’unico modo per scrivere sul computer fosse Word e che l’unico modo di navigare in internet fosse Explorer.

Quantomeno ci hanno sempre detto che tutti gli altri sistemi operativi hanno così tanti difetti da non essere utilizzabili.

Io ho provato “un altro mo(n)do”, e vi chiedo di farlo anche a voi. Vi chiedo di provare a installare linux sul vostro computer e di utilizzarlo per qualche mese. Dopo potrete “liberamente” decidere se utilizzarlo o no.

4 Risposte to “Open source”

  1. Ale, mi sono proprio sforzata per leggere questo post, difficile per me! Ci ho capito un pochino….appoggio la mentalità open source, ma rilancio un piccolo dubbio: questa condivisione fatta in rete, non ci ridurrà un pò la condivisione fatta di persona? Mah…pensiamoci. Ops, mi si attacca il risotto!
    Buona giornata, mio caro!

  2. L’importante non è la condivisione in rete ma il fatto che esista un altro modello di condivisione e fruizione delle risorse intellettuali.
    La rete consente di abbattere le barriere geografiche.

  3. Ok, mi hai convinta:Più open source per tutti!

  4. Non ci avevo messo la faccina,solo una semplicissima “p” nel commento precedente

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